Un luogo da favola chiamato Sintra



Ecco il motivo per cui l'estate scorsa la scelta su dove trascorrere la vacanze è caduta sul Portogallo.
Semplicemente per una foto.
Questa.



Ma da quando ho visto l'immagine in questione su Internet non sono più riuscita a pensare ad altro, e qualsiasi nuova meta che mi veniva proposta mi sembrava inadeguata alla bellezza del palazzo che avevo sotto gli occhi.
Con pochi e rapidi click ho scoperto che l'attrazione che mi aveva così inevitabilmente stregato era il Palácio Nacional da Pena, e che si trovava nella cittadina di Sintra, proprio in Portogallo.

Sintra dista appena mezz'ora in macchina dalla capitale Lisbona e sul cartello che ne indica l'ingresso si potrebbe tranquillamente aggiungere come descrizione "Paese incantato" per via dell'atmosfera fiabesca che si respira qui.
Innanzitutto perché è circondato dalle colline ed immerso in una fitta vegetazione, e poi perché lasciando vagare lo sguardo verso l'orizzonte è possibile intravedere seminascoste dai boschi le sue tante attrazioni tutelate dall'Unesco, e quel "vedo-non vedo" riesce a conferire loro un'aura di mistero quasi reverenziale.
Se volete essere sicuri di non lasciarvi scappare nessuna delle meraviglie che Sintra ha da offrirvi, un giorno solo non vi basterà: il mio consiglio è di dormire qui almeno una notte per poter meglio suddividere le attrazioni in due giornate distinte, così da dedicare loro il tempo che si meritano.
Strumento indispensabile nella visita di Sintra è secondo me l'acquisto del biglietto cumulativo, dal costo di 34 Euro, che ad un primo impatto possono sembrare tanti ma che vi consentirà di risparmiare sul prezzo dei biglietti comprati singolarmente e di recuperare anche tempo prezioso facendovi saltare le file. Questo biglietto comprende le entrate a: 1) Palácio Nacional de Sintra - 2) Castelo dos Mouros - 3) Palácio Nacional da Pena - 4) Parque de Monserrate - 5) Convento dos Capuchos ed è possibile acquistarlo all'ingresso di una qualsiasi di queste attrazioni. Questo è il giro che abbiamo fatto noi, ovviamente voi potete partire da dove vi fa più comodo!

Noi possiamo dire di essere partiti "col botto", perché il Palácio Nacional de Sintra è semplicemente un'esplosione di bellezza.
Collocato proprio nel centro del paese, si riconosce subito anche da lontano per la sua facciata completamente bianca e per i due grandi camini a forma conica che lo sovrastano.





Gli interni mescolano lo stile manuelino tipico del Portogallo ad elementi più arabeggianti, e ai soffitti riccamente decorati si abbinano pareti ricoperte di azulejos e piastrelle colorate. 




Cucine 




Le sale del palazzo sono tutte lussuose e non saprei decidere quale sia la mia preferita, ma vi consiglio di tenere il naso puntato verso l'alto soprattutto nella Sala dei Cigni e nella Sala delle Gazze, perché è qui che i soffitti sono letteralmente ricoperti dalla rappresentazione di questi animali.




Ma la vera e propria meraviglia del palazzo, che vi lascerà davvero a bocca aperta se non ne conoscevate l'esistenza e saprà stupirvi anche se ne avevate letto prima sulle guide, è la Sala degli Stemmi: la sala non è grandissima ma si sviluppa prevalentemente in altezza, dove un soffitto di legno a cupola decorato con gli stemmi araldici di 72 tra le più importanti famiglie nobili del XVI secolo sembra quasi volervi "risucchiare" e spingervi verso l'alto. Le pareti sottostanti sono completamente ricoperte di azulejos, cosicché si viene a creare un netto contrasto tra l'azzurro dei muri e le decorazioni dorate del soffitto: nemmeno un centimetro quadrato della sala viene lasciato disadorno! 






Già con gli occhi pieni di questo spettacolo, riprendiamo a malincuore la macchina perché c'è ancora tanto da visitare, e tutte le altre attrazioni sono fuori dal centro; a questo punto ci immergiamo nel sottobosco seguendo la strada in salita e lasciamo la macchina nel primo parcheggio che troviamo, perché non sono molti e si stanno rapidamente riempiendo. Comunque preparatevi perché ci sarà da scarpinare parecchio! 
La nostra tappa successiva è il Castelo dos Mouros, ovvero le rovine del castello moresco del IX secolo, che si possono visitare seguendo il percorso circolare dei suoi bastioni. Il panorama che si ha sulla vallata di Sintra è mozzafiato, anche se d'estate fa parecchio caldo e il tragitto è quasi interamente sotto il sole cocente! 
Lungo tutto il percorso e sulle torri sventolano libere le bandiere con gli stemmi del Portogallo, dal passato fino ai giorni nostri.

Ingresso






E lì, tra le colline in lontananza, ho visto LUI...il motivo che mi aveva spinto fin qui in Portogallo, il Palácio Nacional da Pena! Così a portata di fotografia in linea d'aria ma in realtà ancora inavvicinabile in termini di distanze... 



Ebbene sì, raggiungere il Palácio Nacional da Pena non è stato così immediato! Non volendo spostare la macchina, ci siamo inerpicati su per la salita a piedi e devo dire che è stata piuttosto lunga e faticosa, mi sono dovuta fermare almeno tre o quattro volte per riprendere fiato (in realtà c'era un servizio navetta per la parte più dura del percorso ma ho voluto anche risparmiare qualche euro)!
Inutile però dirvi che non avrei rinunciato per nulla al mondo e che lo spettacolo che mi si è parato davanti agli occhi quando sono arrivata finalmente sul piazzale pianeggiante è stato davvero impagabile! La facciata esterna si presenta irregolare, e si snoda tra cupole, torri merlate e finestre dalle forme particolari; i colori, poi, sono diversi da quelli utilizzati per tutti gli altri castelli che avevo visto finora, le tinte tenui vengono abbandonate del tutto per lasciare posto ad un bel giallo acceso e ad un potente rosso corallo.





Ancora un po' di salita (purtroppo!), per arrivare al particolarissimo portone di ingresso, ma dopo tanta fatica vi attende finalmente un premio, ovvero un piccolo punto di ristoro dove potrete sedervi per mangiare qualcosa o sorseggiare una bella bibita fresca! Un consiglio, non fermatevi nella prima sala che troverete (quella interna per intenderci), dove i sandwich non hanno un'aria molto invitante, ma proseguite nella parte esterna, dove il cibo e anche i dolci hanno un aspetto decisamente migliore (ed effettivamente lo sono perchè ho testato tutto personalmente) e dove potrete sistemarvi all'ombra di ampi ombrelloni ad ammirare tutto il panorama che si estende sotto di voi.

Portale di ingresso



Dopo esservi rigenerati siete pronti per addentrarvi alla scoperta dei bellissimi interni del palazzo, che sono sicura non potranno deludere le vostre aspettative, le mie sono state notevolmente ripagate e vi assicuro che erano davvero molto alte!







Le sale sono sontuose, stravaganti, le pareti sono spesso dipinte con colori eccentrici ma soprattutto sono decorate da oggetti e soprammobili dalle fattezze particolari e provenienti da tutto il mondo. Non c'è un solo ambiente uguale al precedente, anzi si salta da uno stile all'altro in modo repentino, semplicemente attraversando una porta.






Posso affermare senza alcun dubbio che tra tutti i castelli e palazzi che ho visto finora questo è stato sicuramente uno di quelli che ho apprezzato maggiormente per il suo stile originale e fantasioso, che lo differenzia e lo rende unico rispetto a tutti gli altri. Forse non per niente la guida Lonely Planet lo definisce "una follia in stile manuelino-bavarese"!






Dopo aver realizzato questo mio sogno, abbiamo riaffrontato un bel po' di strada, questa volta in discesa, e siamo andati a recuperare la macchina, che abbiamo usato per raggiungere la tappa successiva, che dal Palácio Nacional da Pena dista circa 3,5 Km: il Parque de Monserrate.
Qui abbiamo trovato comodamente parcheggio nel piazzale proprio di fronte all'entrata, probabilmente perché questo parco è un po' meno visitato dai turisti che si limitano a vedere soltanto le attrazioni più importanti, o forse perché ormai si era già fatto pomeriggio inoltrato.
Il parco di Monserrate ha fondamentalmente due caratteristiche: è immenso (sono 30 ettari quindi vi sconsiglio di esplorarlo tutto ma di limitarvi solamente alle parti che conducono al palazzo!) ed è esotico, in quanto soprattutto nella parte messicana e in quella giapponese sono presenti numerose piante provenienti da oltreoceano.




Proprio al centro del parco sorge il Palazzo di Monserrate, interamente in stile moresco. Il palazzo ha belle sale ed elaborate decorazioni arabeggianti, ma rispetto ai primi ci è sembrato molto poco curato e purtroppo scarsamente valorizzato a livello turistico. Un vero peccato a mio parere, anche se una visita dovete assolutamente venire a farla!






Il tempo che abbiamo risparmiato a Monserrate lo abbiamo dedicato per arrivare all'ultima delle attrazioni che ci mancavano, ovvero il Convento dos Capuchos, raggiungibile sempre in macchina. Se potete, vi consiglio di lasciare questa visita per ultima, perché è quella a mio avviso meno interessante e meno impegnativa in termini di tempo.
La macchina va lasciata in un parcheggio esterno, e il Convento si può raggiungere soltanto a piedi, attraverso un sentiero immerso nella natura e nel silenzio; rispetto ai luoghi precedenti, i turisti che si avventurano fin qui sono davvero pochi.




Il Convento è abbandonato dal 1834, anno in cui l'ordine religioso dei Frati Cappuccini venne soppresso in Portogallo. Oggi ci si può ancora incuneare nelle minuscole celle dei monaci rivestite di sughero e ad una prima occhiata si può subito intuire lo stile estremamente povero che era alla base dell'ordine stesso. Ah, se avete il terrore dei topi vi consiglio di non addentrarvi troppo in profondità, si potrebbe avere qualche incontro ravvicinato con qualcuno di questi animaletti...






Devo ammettere che l'itinerario così strutturato è bello intenso, ma dopo 5 attrazioni il biglietto cumulativo è stato ampiamente ripagato! Il mio consiglio è comunque quello di non abbandonare ancora Sintra, ma di dedicare un giro anche al suo centro storico, raccolto ma molto carino, e magari di trovare qui un bel ristorante o locale tipico nel quale concludere degnamente la vostra giornata!






Consigli utili e informazioni pratiche:

Etichette: , , ,